La rosa del freddo e l'avventura dell'uomo

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É il regista Roland Emmerich con il suo film The Day After Tomorrow, alcuni anni fa, a far conoscere al grande pubblico uno degli eventi climatici più radicali della storia recente del nostro pianeta. Il blocco di uno dei rami settentrionali della Corrente del Golfo, a causa del riscaldamento globale di origine antropica, provoca un'improvvisa era glaciale. Un paradosso per molti, una inedita lezione di paleoclimatologia per i più avvezzi alla materia.

Lasciando da parte i tempi holliwodiani che condensano l'evento, per ovvie ragioni pratiche, addirittura in poche ore, il fatto reale dal quale si estrapola quello romanzato in "The day after tomorrow" si verificò in effetti circa 12.000 anni fa, diversi millenni dopo la fine dell'ultima Era Glaciale. Secondo la teoria il collasso di uno dei rami atlantici settentrionali della Conveyor Belt, fu provocato da una improvvisa immissione di acqua dolce dal lago Agassiz nell' Atlantico Nord Occidentale attraverso l'attuale Baia di Hudson. Questo enorme paleolago formatosi dalla fusione della Laurentide ice sheet, la calotta glaciale che ricopriva il Nord America fino alla Latitudine dei grandi laghi americani, andò a diluire le acque del Nord Atlantico con una massa di acqua dolce superiore a tutta quella attualmente contenuta nei grandi laghi nordamericani. Questo evento fece piombare il pianeta in una improvvisa era glaciale, periodo noto come Younger Dryas recente.

Si ritiene che il freddo ritornò nel corso di alcune decadi, anche se recenti studi condotti da un gruppo di ricerca coordinato da William P.Patterson, geochimico presso la Saskatchewan University in Canada, rivelano come tale cambiamento possa essersi realizzato in realtà addirittura in tempi ancora più brevi Evidence for high-frequency late Glacial to mid-Holocene (16,800 to 5500 cal yr B.P.) climate variability from oxygen isotope values of Lough Inchiquin, Ireland

Un tempo, alcune decadi, comunque brevissimo in termini geologici, che portò nella fascia temperata dell'emisfero boreale della terra lunghi secoli di gelo e aridità. Solo dopo circa 1300 anni il clima ritornò mite, permettendo così la nascita e lo sviluppo dell’agricoltura e, quindi, della società umana.

A partire da questo evento, "La rosa del freddo e l'avventura dell'uomo" vuole spiegare sotto il profilo scientifico come sia l’interazione tra oceano ed atmosfera a determinare il clima, offrire un quadro del dibattito inerente alla rivoluzione del Neolitico e proporre una lettura del mito di Demetra e Persefone come passaggio dalla società precerealicola alla nuova economia basata sul lavoro nei campi. Gli autori si chiedono anche se il superamento della crisi ambientale da cui il nostro mondo ebbe inizio possa essere interpretato come esempio di resilienza.

La presentazione del libro avrà luogo lunedì 19 dicembre 2011 alle ore 16.30 presso la Sala Conferenze della Capitaneria di Porto di Trieste

Saranno presenti gli autori Renzo Mosetti, Roberto Purini e Marina Silvestri

 

Renzo Mosetti è dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) di Trieste. Ricopre a vario titolo posizioni internazionali nella Commissione europea e negli organismi oceanografici dell’Unesco.

Roberto Purini è dirigente di ricerca del CNR. Da lungo tempo studia la fluidodinamica geofisica, con particolare attenzione per l’oceanografia e le interazioni aria-mare. A Trieste è stato Direttore dell'Istituto Sperimentalòe Talassografico tra la fine degli anni '90 e l'inizio dgli anni 2000.

Marina Silvestri è giornalista, ha lavorato per i programmi e le testate informative della Rai. Scrive di cultura, scienza e società. Tra le sue pubblicazioni, Da Okeanos a El Niño (con R. Mosetti, Bruno Mondadori, Milano 2008).

Traduzione Google

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