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IL primo rapporto 2007 dell'IPCC
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Gli scenari termici previsti dall'IPCC per il prossimo secolo
Commenti a caldo al primo rapporto presentato dall'IPCC a Parigi il 2 febbraio scorso
Il 2 febbraio scorso si è concluso il primo dei quattro incontri previsti nel corso del 2007 dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Questo incontro è terminato con la presentazione di un aggiornamento del rapporto sui cambiamenti climatici. Il precedente rapporto era uscito nel 2001, altri rapporti erano stati presentati nel 1990 e nel 1995. Questo rapporto, oltre agli aspetti più specificatamente tecnico-scientifici, ha anche messo in evidenza un cambiamento nella politica di diffusione delle informazioni da parte dell'IPCC. Se nelle edizioni passate la presentazione dei rapporti era stata formulata per essere essenzialmente rivolta ai Politici e agli Amministratori, l'incontro del 2 febbraio scorso ha puntato ad ottenere un maggiore impatto mediatico, mirando a coinvolgere direttamente, mediante comunicati stampa, anche i media, quindi i privati cittadini. Dal punto di vista più meramente tecnico, nel 2001 l'IPCC dichiarò con 'ragionevole certezza' che la Terra si stava avviando verso un futuro più caldo, mantenendo un certo margine di dubbio sulle cause di questo cambiamento; il principale risultato dell'incontro appena conclusosi è stato quello della 'ragionevole certezza' che le cause del cambiamento siano in gran parte imputabili alle attività umane. Questo importante passo avanti nella conoscenza sui cambiamenti climatici sarebbe dovuto ad una maggior disponibilità di dati e misure -in particolare relativi al comportamento dei ghiacci nei Circoli Polari- ma soprattutto ai progressi avvenuti nel campo della modellistica numerica. I modelli climatici numerici, affinati e irrobustiti in questi sei anni di studi e ricerche, sono pertanto la principale fonte di informazione sugli scenari futuri e, proprio per questo motivo, sono anche l'aspetto verso cui si rivolgono le critiche dei pochi scienziati che non condividono il rapporto dell'IPCC. Come doveroso per tutte le attività scientifiche, il rapporto IPCC fornisce non solo le migliori stime possibili dei parametri ritenuti rilevanti ai fini dei cambiamenti climatici, ma anche una stima dell'incertezza. Quando non vengono fornite delle stime ma dei veri e propri scenari per il futuro, allora viene anche espresso un giudizio sull'attendibilità dello scenario stesso. Proprio allo scopo di rendere accessibile al grande pubblico anche le informazioni sull'attendibilità, gli scenari futuri previsti dall'IPCC sono tutti corredati da qualificatori del tipo 'verosimile' o 'molto verosimile' a seconda del grado di certezza.
I prossimi rapporti dell'IPCC verranno presentati, sempre nel 2007, il 6 Aprile (Bruxelles Impatti e Adattamento), il 4 Maggio (Bangkok Mitigazione) e il 16 novembre (Valentia Sintesi del lavoro IPCC). Va ricordato che la principale attività dell'IPCC non è quella di eseguire direttamente le ricerche relative ai cambiamenti climatici, ma di effettuare un lavoro di ricerca bibliografica e di sintesi delle ricerche apparse sulle riviste specialistiche. I ricercatori che partecipano alla realizzazione del rapporto IPCC sono circa 600, provenienti da oltre 40 paesi. Il lavoro dell'IPCC è, al pari di ogni altra attività di ricerca scientifica, soggetto ad un controllo interno effettuato da altri ricercatori del settore (circa 620 peer reviewers).
Sintesi del Primo Rapporto 2007 dell'IPCC
Qualora le concentrazioni di 'gas serra' dovessero raddoppiare rispetto ai valori pre-industriali questo dovrebbe 'verosimilmente' comportare un incremento nelle temperature di circa 3 °C con un intervallo di incertezza compreso tra 2 °C e 4.5 °C
Una concentrazione di 'gas serra' di 650 parti per milione (ppm) dovrebbe portare ad un aumento di circa 3.6 °C mentre una concentrazione di 750 ppm dovrebbe portare ad un aumento delle temperature di 4.3 °C. 1000 ppm di 'gas serra' porterebbero ad un aumento di 5.5 °C, e concentrazioni di 1200 ppm a 6.3 °C. Le stime future dei 'gas serra' sono difficili da dare in quanto fortemente dipendenti dal tipo di sviluppo globale.
La temperature superficiale media della Terra è aumentata negli ultimi 100 anni di 0.74 °C. La stima precedente dell'IPCC era di 0.6 °C, questo incremento rispetto alla stima 2001 è legato in modo particolare agli ultimi anni particolarmente caldi (gli ultimi 12 anni contengono 11 degli anni più caldi a partire dal 1850). Per ognuna della prossime due decadi è previsto un aumento di 0.2 °C nella temperatura media superficiale.
Le ultime stime relative al livello del mare (dovuto sia all'espansione termica degli oceani che allo scioglimento dell'Antartide e dei ghiacciai) indicano un incremento compreso tra i 18 e i 58 cm (nel 2001 era stato fornita una stima compresa tra 9 e 88 cm). Alcuni scenari pessimistici continuano a prevedere per il 2100 un aumento fino a 1 m qualora il tasso di scioglimento dei ghiacciai e il riscaldamento globale dovesse continuare con questo tasso.
Le calotte polari sono previste ridursi in tutti gli scenari futuri. L'estensione dei ghiacci artici si è già ridotta mediamente del 2.7% per decade a partire dal 1978.
Nell'emisfero nord la massima estensione di suolo congelato nel periodo invernale/primaverile si è ridotto di circa il 7% nell'ultima metà del XX secolo. La data di congelamento dei fiumi dell'emisfero nord ha subito un ritardo medio di 5.8 giorni negli ultimi 150 anni, mentre la data di inizio dello scioglimento ha subito un anticipo di 6.5 giorni nell'ultimo secolo
È 'molto verosimile' che le precipitazioni aumentino nelle alte latitudini e 'verosimile'che le precipitazioni diminuiscano su molte delle zone sub-tropicali. La configurazione dei cambiamenti saranno simili a quelle osservate nel XX secolo.
È 'molto verosimile' che la tendenza all'aumento degli estremi caldi e alle onde di calore continui. La durata e l'intensità delle siccità è aumentata su molte e ampie aree a partire dagli anni '70, in particolare nei tropici e sub-tropici. Il Sahel, il Mediterraneo, l'Africa del sud e parti dell'Asia del sud sono già diventate più secche nel corso del XX secolo.
I quantitativi di anidride carbonica e di metano attualmente presenti in atmosfera raramente hanno assunto valori più elevati di quelli osservati nel periodo pre-industriale negli ultimi 650 000 anni. Attualmente le concentrazioni di anidride carbonica, essenzialmente di origine antropica, hanno raggiunto nel 2005 valori compresi tra i 280 e i 380 ppm maggiori di quelli osservati nel periodo pre-industriale. Le concentrazioni di metano nel 2005 hanno subito aumenti compresi tra le 715 e le 1774 parti per miliardo rispetto ai valori pre-industriali.
Alcune della maggiori incertezze evidenziate nel rapporto IPCC del 2001 sono state risolte. In particolare le stime della temperatura della bassa atmosfera effettuate mediante satellite si sono attestate sui valori analoghi ricavati secondo modalità classiche. Le maggiori incertezze riguardano ancora il ruolo giocato dalle nubi, dai ghiacciai e dalle calotte polari, dagli oceani, dalla deforestazione, dall'uso del suolo e dalla connessione tra i naturali cicli bio-geo-chimici del nostro pianeta e del clima.
Fulvio Stel